Gli esiliati della terra

(…) Adesso Lalla ha trovato un lavoro. Fa la donna a ore nell’hôtel Sainte-Blanche (…) . L’albergo è abitato unicamente da miserabili, povera gente, tutti uomini. Sono nordafricani che lavorano nei cantieri, neri delle Antille, e anche spagnoli, che non hanno famiglia né casa, e alloggino là in attesa di trovare qualcosa di meglio. Ma si abituano presto e rimangono, e spesso tornano nel loro paese senza avere trovato un bel niente, perché gli alloggi sono cari e nessuno li vuole, in città. Allora vivono all’ hôtel Sainte-Blanche, in due o tre per camera, senza neanche conoscersi. (…)Le camere sono presto fatte, perché gli uomini che ci vivono sono molto poveri, e non hanno praticamente niente di proprio. Ci sono soltanto le valigie di cartone, le borse di plastica con dentro biancheria sporca, un pezzetto di sapone avvolto in un foglio di giornale. A volte ci sono delle fotografie in una bustina sopra la tavola: Lalla dà un’occhiata ai visi un po’ vaghi sulla carta lucida, visi di bimbi, di donne, dolci semi-cancellati , come attraverso una nebbia. Ci sono anche delle lettere, a volte, dentro grosse buste; oppure chiavi, portamonete nuovi, dei ricordini comprati nei bazar, vicino al vecchio porto, dei giocattoli di plastica per i bambini che si vedono sulle fotografie sfocate. (…)


J.M.G Le Clézio “ Deserto” – ed. Bur (pag. 250-251-252 )
J.M.G Le Clézio “Désert”- ed. Gallimard